E' vero che solo un insegnante madrelingua può preparare bene mio figlio?
Un insegnante preparato, abile nella relazione con i bambini, teenagers e adulti e preparato a livello di insegnamento della lingua, è IL vero insegnante: può essere NEAR-NATIVE, BILINGUE (livello C2 CEFR) o MADRELINGUA. Ogni persona anglofona ha una provenienza diversa e accenti diversi, non ci si può aspettare che tutti insegnino il "QUEEN's ENGLISH". Ci si può e deve invece aspettare che l'insegnante sappia trasmettere una pronuncia corretta e sia motivato e competente, ma anche ricettivo e flessibile. Un fattore importante è che il bambino, teenager o adulto si senta COMPRESO che l'insegnate lo capisca quando parla. Anche se poi l'insegnate risponde sempre in inglese, ha comunque soddisfatto un bisogno del suo interlocutore che si sente più a suo agio. Questo approccio è comune quando si vuole esporre pienamente all'inglese i bambini, teenagers e adulti, pur non essendo native English speakers.
E gli argomenti? Non possono ripetere ancora gli stessi argomenti.
Se per caso vengono trattati argomenti già visti a scuola, nelle nostre "lezionigioco"
• i bambini hanno l'opportunità di andare più a fondo, usare veramente i vocaboli e le strutture giocando con i coetanei, consolidando e ampliando il loro bagaglio linguistico; anzi a volte riproponiamo noi stessi lo stesso argomento, con modalità diverse a distanza di tempo.
• l'inglese viene messo in pratica e vissuto utilizzando il corpo e tutti e cinque i sensi, attivando così la memoria a lungo termine.
• I bambini vengono coinvolti nell'azione senza richieste pressanti, perché non devono essere forzati a parlare, rispondere. Anzi, devono poter avere il tempo per interiorizzare le espressioni e vocaboli, analizzare e sentirsi pronti. Concedendo loro tempo, evitiamo che si generi stress e che si "blocchino" limitando la spontaneità e l'apprendimento.
• Inoltre, grazie alla cosiddetta «immersione linguistica», in cui si ascolta, si parla, si legge e si scrive unicamente nella seconda lingua, si ottiene il risultato sorprendente per cui si comincia a pensare nell'altra lingua, senza dover continuamente ricorrere a traduzioni con la propria lingua madre, che interferiscono con l'apprendimento e lo rallentano.
Mio figlio fa già inglese a scuola, che bisogno c'è di fargli frequentare un corso?
I nostri "gruppi di gioco" sono composti da 7-8 bambini al massimo. Dunque, tutti hanno la possibilità di interagire, godere delle attenzioni e ascolto dell'insegnante e partecipare sempre attivamente a tutto ciò che viene loro proposto.
Le nostre insegnanti, inoltre, sono formate per insegnare attraverso il gioco e il divertimento, con un metodo innovativo ed efficace, coinvolgente. E questo fa avvicinare i bambini e ragazzi alla seconda lingua con un approccio simile a quello con cui si impara la prima lingua: naturalezza ed esposizione continuativa e costante.
Quando comincia a parlare in modo fluente mio figlio?
È importante in primis imparare a riconoscere i SUONI della lingua INGLESE, il che NON significa che ci si limita solo a pronunciare l'alfabeto. Questo è il passaggio che porta a padroneggiare la fantomatica "pronuncia inglese".
I bambini, teenagers e adulti vengono esposti alla lingua viva e cominciano a sviluppare passivamente la conoscenza della lingua. Un po' come quando avete iscritto vostro figlio in piscina: NON ha cominciato a percorrere vasche intere.
In prima battuta si è lentamente ambientato, ossia ha familiarizzato con l'acqua e le reazioni del suo corpo in acqua. Poi ha cominciato a imparare a galleggiare, poi a muovere braccia, gambe, respirare e via dicendo.
Un percorso graduale. Condito da pazienza e costanza. Lo stesso vale per una lingua straniera: ci vuole perseveranza e mai porsi degli obiettivi o aspettative esagerate in un breve lasso di tempo.
Piano piano, senza accorgersene, da noi i bambini, teenagers cominciano a riconoscere i vocaboli durante i giochi e impostare le loro piccole frasi. I monologhi li lasciamo per quando discuteranno la tesi o sosterranno esami all'università.
Come posso monitorare i suoi progressi? Avete un testo unico?
Con la delicatezza e rispetto per i suoi sforzi e impegno. Senza interrogatori o test improvvisati. A nessuno piace esser messo sotto esame.
Infine, non usiamo libri di testo come unica risorsa, sicuramente non con i bambini. Per loro i programmi pensati "ad hoc", con materiali che possono essere usati in svariati modi e che permettono alle insegnanti di modellare ogni lezione a seconda delle esigenze di ciascun gruppo, pur seguendo un programma ben preciso e strutturato.
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